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Racconti

Titolo: Un biglietto di sola andata
Autore: Vitale Alessio Verri
Argomento: Saggi
Descrizione:

È un detto vecchio quanto l'uomo che l'esperienza del dolore fa maturare la consapevolezza di sé e del mondo, solo che ogni volta siamo chiamati alla prova come se fosse la prima – poiché accade a noi, e solo a noi – e diventa quindi, una volta superata, materia del narrare. Verri narra l'esperienza del dolore, nella malattia e nella cura della stessa. E nell'immobilità del tempo della cura – all'altro capo del mondo che abita, in una apparentemente asettica clinica americana – l'io narrante ha modo di ripercorrere e ripensare le esperienze della sua vita, non facile. Il fulcro della vita di un uomo, anche questa è esperienza ben nota, è la Donna.

Scriviamo Donna con la d maiuscola, perché – nel romanzo non si tratta di una singola donna ma della Donna che si manifesta in un caleidoscopio di ritratti e presenze femminili che ruotano davanti agli occhi del protagonista. Come ogni entità dotata di influenza potente la Donna è insieme “angelo” e “demone”. È l'angelo della cura come madre, amica, infermiera, psicologa, “matrona”, persino incontro imprevisto; è il “demone” che non contraccambia l'amore ed il rispetto, che tradisce la fiducia, che influenza sino a sembrare spezzarlo anche il legame più “sacro” (in senso lato) – quello filiale. Causa e, al tempo stesso, rimedio del “male di vivere”. Questo lato demonico della Donna, è soltanto evocato, non agisce nella trama; ma tale assenza grava a tratti nei giorni del protagonista, nella lunga “veglia” della malattia, più che molte presenze: così spesso il passato, con i suoi nodi irrisolti, intossica il presente, e quel che è più grave, il futuro, ciò che dalla vita ci aspettiamo, per il fatto di essere vivi e desideranti.

L'affettuosità, lievemente venata di sensualità mai volgare, connota le relazioni tra l'io narrante e le figure di donna che si avvicendano nella sua vita ed intorno al suo letto di degenza, inframezzando il faticoso monologo interiore, il lavoro di introspezione, con la loro sollecitudine, i loro consigli, le analisi, il semplice buon umore, l'avvolgente premura. Quest'ultima s'incarna, tra l'altro, nelle diverse presenze delle infermiere e compie una sorta di piccolo miracolo, trasformando l'asettico ambiente di una modernissima clinica ultra specializzata in un luogo di parziale rigenerazione; aiutando, come in ogni storia che affonda le sue radici nel mito, l'eroe a superare la prova nella quale rischia la vita e superando la quale potrà “rinascere” ad una nuova integrità della persona umana.

Come accade, nel compimento della rigenerazione nella convalescenza “africana”.

Questo ci pare essere l'asse principale di svolgimento e quindi di lettura del romanzo “ Un biglietto di sola andata” .

Tuttavia l'autore è uomo che conosce il mondo, che ha avuto anzi esperienza di mondi molto differenti fra loro. In che modo ha trasposto queste esperienze nel suo romanzo? La domanda permette di accedere, cercandovi la risposta, ad un altro livello di lettura – più mediato e più immediato, contemporaneamente; e non sembri una contraddizione. Più mediato perché meno evidente nella narrazione, quasi dissimulato; più immediato perché dalla dimensione atemporale della fabula ci riconduce verso temi e questioni, come si dice, di “bruciante attualità”.

Nell'esperienza del protagonista trovano infatti posto le relazioni connesse alle “nuove famiglie”, quelle non composte dai soli componenti di un singolo nucleo, ed anche [nell' incontro, sotto il cielo africano, di coppie formate di sole donne], le coppie omosessuali; ma soprattutto emergono nei loro aspetti migliori, che sono sempre anche i più elementarmente, e quindi vitalmente, umani, modelli di culture che siamo abituati a pensare come inconciliabili, quando non contrapposti: quella “americana” e quella “africana”. E verso quest'ultima – come pienamente e riccamente umana, accogliente comprensiva – inclina decisamente il protagonista.

Ma anche la prima ci viene mostrata in una luce insolita – non disu­manizzata; dove il culto del denaro e dell'efficienza sono comunque compensati dalla cura per i rapporti “classicamente” umani.

Ho detto che siamo “abituati a vedere” che nel romanzo invece vengono visti in una luce insolita… comprendiamo allora come uno dei plausibili intenti dell'autore è combattere – indirettamente ma nettamente – i luoghi comuni “esistenziali” e “mediatici”, sui quali troppo spesso unicamente facciamo affidamento per orientarci nel mondo e nelle relazioni con gli altri. L'America non è il bene o il male assoluto; gli “africani” i mediorientali non sono tutti islamici sanguinari – le donne possono essere creature meravigliose e meravigliosamente infide: per incontrare il mondo ed in senso lato, goderne, forse è necessario liberarsi – ma dirlo è più facile che farlo – di stereotipi e luoghi comuni – ritrovando nell'incontro con gli altri, anche se stessi, autenticamente.


Pagine: 172
Formato: 15x21
Anno: Un biglietto di sola andata
Isbn: 978-88-95545-13-4
Prezzo: 15,00  €
 
 
Edit Santoro - 2013 - editsantoro@libero.it